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Cani, parcheggi e rumori: le regole vere del buon vicinato

17 Luglio 2024

Cani, parcheggi e rumori: le regole vere del buon vicinato

La vita in condominio è un'arte sottile, un equilibrio delicato tra i diritti individuali e le esigenze della comunità. Cani che abbaiano, parcheggi "creativi", rumori a tarda ora: sono queste le scintille che più spesso accendono i conflitti tra vicini. Ma dove finisce la libertà personale e inizia il disturbo? E cosa dice realmente la legge, al di là dei luoghi comuni e del "sentito dire"? Conoscere le regole del gioco è il primo passo per una convivenza serena e per risolvere i piccoli e grandi problemi quotidiani con il buon senso, prima che con le carte bollate. Analizziamo tre dei temi più "caldi" della vita condominiale.

1. Animali Domestici in Condominio: Diritti e Doveri

Il Luogo Comune: "Il mio condominio vieta di tenere cani".
La Verità: Falso. La riforma del condominio del 2012 ha stabilito un principio fondamentale: nessun regolamento condominiale, anche se approvato all'unanimità, può vietare di possedere o detenere animali domestici all'interno della propria unità immobiliare. Questo diritto è ormai consolidato. Avere un cane, un gatto o un altro animale da compagnia nel proprio appartamento è assolutamente legittimo.

Tuttavia, il diritto di possedere un animale si accompagna a precisi doveri. Il proprietario dell'animale è sempre responsabile del suo comportamento e deve assicurarsi che non arrechi disturbo o danno agli altri condomini e alle parti comuni. I doveri principali includono:

  • Gestione del Rumore: Un abbaiare continuo e prolungato, specialmente durante le ore notturne, può superare la "normale tollerabilità" e configurare un disturbo. Il proprietario deve adoperarsi per educare il proprio cane e limitare le fonti di stress che lo portano ad abbaiare eccessivamente.
  • Igiene delle Parti Comuni: È obbligatorio che gli animali non sporchino le aree comuni (androni, scale, ascensori, giardini). Se l'animale "fa i suoi bisogni", il proprietario ha il dovere di pulire immediatamente e in modo adeguato. Molti regolamenti, legittimamente, impongono l'uso del guinzaglio e, per i cani di taglia più grande, della museruola nelle aree comuni.
  • Sicurezza: Il proprietario è responsabile di eventuali danni o aggressioni a persone o altri animali. L'animale deve essere sempre sotto il controllo del suo padrone.

2. Il Parcheggio: una Giungla di Regole non Scritte

Il Luogo Comune: "Questo è il mio posto, parcheggio qui da 20 anni".
La Verità: Il cortile condominiale è una parte comune e, salvo diversa disposizione, ogni condomino ha il diritto di utilizzarlo. Il principio cardine è quello dell'articolo 1102 del Codice Civile: ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto.

Questo significa che nessuno può "conquistare" un posto auto per usucapione o per abitudine. Se i posti auto non sono sufficienti per tutti, parcheggiare in modo da bloccare il passaggio, l'accesso ai box o il posto a un altro condomino è illegittimo. Per evitare il caos, la soluzione migliore è una regolamentazione approvata dall'assemblea. Le opzioni più comuni sono:

  • Assegnazione a Turno: Se i posti sono meno delle auto, si può stabilire un sistema di turnazione (settimanale, mensile) per garantire a tutti, a rotazione, la possibilità di parcheggiare.
  • Assegnazione Nominativa: Se i posti sono sufficienti e vi è l'accordo di tutti, si possono assegnare posti fissi a ciascuna unità immobiliare. Questa decisione, però, richiede l'unanimità se non prevista nel regolamento contrattuale originario.
  • Parcheggio Libero: Se i posti abbondano, vige la regola del "chi prima arriva, meglio alloggia", sempre nel rispetto del diritto altrui a trovare un posto libero.

In ogni caso, l'assemblea può deliberare per disciplinare l'uso del cortile e l'amministratore ha il dovere di far rispettare le decisioni prese.

3. Rumori Molesti: il Confine della "Normale Tollerabilità"

Il Luogo Comune: "Dopo le 22 non si può fare nessun rumore".
La Verità: Non esiste una legge dello Stato che fissi orari di silenzio validi per tutti. Il criterio legale è molto più elastico e si basa sul concetto di "normale tollerabilità" (art. 844 del Codice Civile). Un rumore diventa illecito quando supera, appunto, la soglia della normale tollerabilità, tenendo conto delle condizioni dei luoghi, dell'orario e delle abitudini della zona. Il rumore di tacchi sul pavimento alle 3 del pomeriggio ha un peso diverso dello stesso rumore alle 3 di notte. Il suono di un pianoforte in un quartiere residenziale è diverso dallo stesso suono in una zona industriale.

Per dare maggiore certezza, quasi tutti i regolamenti di condominio stabiliscono delle precise fasce orarie di silenzio (es. dalle 13 alle 15 e dalle 22 alle 8). Rispettare queste fasce è un obbligo per tutti i condomini. Se un vicino produce rumori molesti al di fuori di questi orari, ma in modo continuativo e intollerabile, si può comunque agire. Il primo passo è sempre un dialogo amichevole. Se non funziona, si può coinvolgere l'amministratore, che ha il dovere di richiamare il condomino al rispetto del regolamento. Come ultima istanza, è possibile rivolgersi a un legale per un'azione giudiziaria volta a far cessare le immissioni rumorose.

La convivenza civile si basa sul rispetto reciproco e sul buon senso. Conoscere le regole aiuta a definire i confini e a risolvere le controversie con oggettività. Quando il dialogo fallisce, l'amministratore diventa un mediatore fondamentale, e il regolamento di condominio la "costituzione" a cui fare riferimento per garantire a tutti una vita tranquilla e serena.